06 marzo, 2006

STRADE VUOTE



ti aspetto e ogni notte passa e non passa
la tua assenza nei miei giorni è un rintocco lugubre
il mare di dicembre è pieno di magenta
e il tepore dei corpi un surrogato delle tue mani

ti aspetto e ciò che aspetto non lo so più
sei una religione, una croce, una fede
la mia anima si sublima  disprezzando il corpo
relegato ai passanti
 
ti aspetto e la mia casa è una chiesa sconsacrata,
tutte le biciclette sono i tuoi passi che girano
e tutte le barche dei mari un’ombra di te

più di un uomo mi ama ora, pietra resa lucente
dall’amore che non ho per loro. 
Ma le strade sono deserti infernali che si caricano di attesa
come di pioggia le nuvole

ti cerco dentro di me, Penelope senza eroe, e ti aspetto.
Perchè il mio amore è padrone 
splendido e spietato
delle nostre vite.

1 commento:

B. ha detto...

Grazie.
Sto per finire la tela, e non so se le tue parole mi spingeranno a disfarla per l'ennesima volta o meno, ma almeno mi sono accorto di essere anch'io penelope.

B.