06 marzo, 2006
STRADE VUOTE
ti aspetto e ogni notte passa e non passa
la tua assenza nei miei giorni è un rintocco lugubre
il mare di dicembre è pieno di magenta
e il tepore dei corpi un surrogato delle tue mani
ti aspetto e ciò che aspetto non lo so più
sei una religione, una croce, una fede
la mia anima si sublima disprezzando il corpo
relegato ai passanti
ti aspetto e la mia casa è una chiesa sconsacrata,
tutte le biciclette sono i tuoi passi che girano
e tutte le barche dei mari un’ombra di te
più di un uomo mi ama ora, pietra resa lucente
dall’amore che non ho per loro.
Ma le strade sono deserti infernali che si caricano di attesa
come di pioggia le nuvole
ti cerco dentro di me, Penelope senza eroe, e ti aspetto.
Perchè il mio amore è padrone
splendido e spietato
delle nostre vite.
FUOCO AUTOMATICO
La fotografia che cerco di farmi
e’ sempre mossa,
ma il movimento non e’ un’opzione.
Dov’era quella spiaggia, cosa tenevo in mano?
sale grigio biologico su un pavimento
sfumato di blu
strisce di sguardo in macchina, capelli intorno
l’aria trascina i gabbiani
in macchie grige, ventosi risvolti.
Gli aliti sull’obiettivo non contrastano.
L’espressione tersa svanisce.
Gli occhi liquidi annacquando il vetro
adombrano di rimanenze gli iridi.
Se ci fosse nella vita
il fuoco automatico
i contorni nitidi e i baci e le intenzioni
sarebbero congruenti al cuore.
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