20 gennaio, 2006

DUBROVNIK #1


Negli occhi stretti
isole nude
Cicale che gridano
nel suono di un agosto
di poca guerra fa.
Le mani sudate
tenute come adolescenti
e secoli indietro
maestosi e ridicoli
in pagine di dépliant.

LA STRADA DEL MASCHIO



Che bella chitarrina...
la strada d’agosto
si srotola bollente e ci chiediamo
con gli occhi stretti
dove finisce
l’ingenuità che ci spinge
a schizzi di luce dai guard rail.

Vorrei invadere il terreno
arso e i sassi
bagnarli come un uomo
nel rantolo di certe punte della notte
prima di morire
fecondare
e andarmene
sulla strada in mezzo
e non voltarmi.

FRUSCIO



Sei nelle mie orecchie
fruscio stridente.

Un viso mai quieto,
esondazioni di torrenti di anime
di virtu’ e menzogne

e tessuti da poco usurpano la pelle
lontra vibrante
ma inutile sacrificio e’ apparire in serie

Noi, selvatiche uomini-femmina, purissime amanti,
io dell’amore, tu dell’infinita ricerca del solido paterno

Stefania, angelo indemoniato, smaniosa essenza dell’essere uomo,
tenerissima bambina delle follie,
la tua rabbia mi educa, il tuo dolore mi ama,
il tuo esistere mi culla,

e invecchiare mi solleva, nuda e fragile,
appagata sorella visionaria
con le ginocchia serrate
a proteggerci dal resto.

LO SCAFO IMMERSO ALL'ORIZZONTE



Il ritmo sincopato
scivola
qualcuno s’è alzato e mi ascolta
impavida guerriera stanca
incredula e sporca di dolori

si seminano parole come àncore
nella sabbia ed il vento prosciuga le pozze
il calore si avventa sui turbini
e le paure
Acqua fresca e luccicante
con le mani sul petto

in ginocchio sui sassi mi investe
benedici questa estate e miei capelli scomposti.

In lontananza un piccolo scafo brilla
troppo immerso
appesantito
dalle notti senza chiavi
e io lo vedo
nudo curvo
diverso e uguale.